Alberi protettori del clima

Il progetto LIFE URBANGREEN studia quanta CO2 assimilano  gli alberi in modo permanente e quanta CO2 immagazzinano nella loro biomassa legnosa. Questi dati sono calcolati per le specie di alberi più comuni e sono poi applicati alle specie assimilate che hanno caratteristiche molto simili. Questo rende visibile il ruolo degli alberi urbani come protettori del clima. Ora, i primi risultati sono disponibili: ogni albero delle specie analizzate a Rimini e Cracovia immagazzina permanentemente una media di 30 chilogrammi all’anno di CO2 dannosa per il clima. Questo corrisponde alle emissioni di CO2 di un viaggio in auto di 200 chilometri. Temporaneamente, un albero assorbe una media di 1,5 tonnellate di CO2 all’anno, che corrisponde alle emissioni di CO2 di un viaggio in auto di 10.000 chilometri. Alla fine della giornata o della stagione di crescita, la CO2 viene rilasciato nuovamente nell’ambiente sotto forma di materia organica (foglie in autunno) o di gas (CO2 durante la notte). Si potrebbe anche dire: l’albero è come una banca che permette un saldo di credito per un periodo di tempo limitato.

Il team di LIFE URBANGREEN ha anche determinato quale delle specie arboree studiate assimila più CO2 e la conserva nel tempo. A Rimini e a Cracovia, nonostante le diverse condizioni climatiche, le foglie del pioppo nero (Populus nigra) e della quercia europea (Quercus robur) assimilano più CO2. Il bosso (Acer negundo) si comporta meno bene. Ma ci sono anche differenze climatiche: a Rimini, la primavera arriva prima e c’è siccità in estate. I tigli (Tilia) e i platani (Platanus) sono estremamente efficaci nell’assimilazione di CO2 finché c’è abbastanza acqua disponibile. I ricercatori hanno anche studiato se gli alberi assorbono più o meno CO2 a seconda del loro sito di impianto: un parco o lungo una strada. Restate sintonizzati: forniremo aggiornamenti su questo argomento nelle prossime newsletter.

Share it!
Recent Posts